FORMAZIONEPROFESSIONALEPLUS.CH
«Con questa campagna rafforziamo l’immagine della formazione professionale»
Lo scorso agosto è stata rilanciata la campagna nazionale per la formazione professionale. Perché questa campagna? Che cosa deve comunicare? E quanto costa? Lo abbiamo chiesto a Josef Widmer, direttore supplente della Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (SEFRI).
Il Consiglio federale ha lanciato un’iniziativa sul personale qualificato, la SEFRI una campagna per promuovere la formazione professionale. C’è un legame?
Non c’è un legame diretto, ma per quanto riguarda i contenuti è un buon abbinamento. La Svizzera ha bisogno di più specialisti, non intendo solo docenti e ricercatori universitari, bensì professionisti nel settore sanitario, informatici, artigiani… e qui interviene la formazione professionale che questi professionisti li crea.
La carenza di personale qualificato in fondo è legata all’evoluzione demografica. Come può aiutare una campagna pubblicitaria?
Non possiamo fare nulla contro la bassa natalità. Possiamo però contribuire a sfruttare al meglio il potenziale esistente, cioè fare in modo che il maggior numero possibile di giovani ottenga una qualifica, motivandoli a continuare il loro percorso di studi dopo la formazione di base.

FORMAZIONEPROFESSIONALEPLUS.CH è ideata per mettere in evidenza i punti di forza della formazione professionale e la sua importanza per l’economia e la società. È necessario, visto quanto viene già decantata?
Il nostro sistema di formazione professionale è un vero e proprio gioiello, unico al mondo nel suo genere; molti Paesi ce lo invidiano. Ma non tutti i giovani e i genitori conoscono i pregi e i punti di forza della formazione professionale. Ecco perché ci vuole questa campagna.
Quali sono i pregi e i punti di forza della formazione professionale?
Primo: la formazione professionale è orientata al mercato del lavoro. Le aziende formano solo personale qualificato per il quale c’è una domanda effettiva. Per questo il tasso di disoccupazione giovanile in Svizzera è basso. Secondo: la formazione professionale combina teoria e pratica, valorizza quindi le competenze pratiche. Terzo: dopo tre o quattro anni i giovani sono pronti a entrare nel mercato del lavoro e sono così in grado di guadagnarsi da vivere. E quarto: la formazione professionale offre possibilità di crescita interessanti quanto una scuola media superiore e l’università. Chi opta per una formazione professionale di base ha davanti a sé tante scelte possibili: una formazione professionale superiore, una SUP, o addirittura l’università.
Per i licei e le università non esiste una campagna del genere. Questa promozione unilaterale della formazione professionale non incontra resistenze?
Il liceo non ha bisogno di essere pubblicizzato perché i giovani tendono comunque a sceglierlo. E, inoltre, la percentuale di liceali, attualmente attorno al 20 per cento, gode di un ampio consenso politico. Un aumento non è quindi nemmeno auspicato. Se puntiamo all’eccellenza a tutti i livelli della formazione, dobbiamo indirizzare i giovani verso le formazioni che corrispondono alle loro doti e ai loro interessi ed è quello che succede oggi nella maggior parte dei casi. Aumentare il numero di liceali significherebbe abbassare in poco tempo il livello dei licei, cosa che né i licei né le università vogliono.
Quanto costa alla Confederazione la nuova campagna per la formazione professionale?
Nel periodo 2015-2019 investiremo 5,5 milioni di franchi, a cui si aggiungono i finanziamenti da parte dei Cantoni e delle organizzazioni del mondo del lavoro che nelle loro attività di comunicazione si ricollegano alla nostra campagna.
Che cosa si aspetta di ottenere la Confederazione con questi investimenti? Con quale ritorno?
Rafforziamo l’immagine della formazione professionale e diamo alle organizzazioni del mondo del lavoro una base per promuovere le loro professioni. Sono convinto che gli effetti saranno positivi: potremo contribuire a fare in modo che la formazione professionale non perda terreno rispetto alla formazione accademica. Se dovesse capitare, il fenomeno sarebbe inarrestabile, con tutte le conseguenze negative che ne derivano, come dimostra l’esempio della Germania. Ma, in definitiva, non è possibile misurare il successo della campagna.
La campagna è incentrata sullo slogan «Inizia come-diventa». Per esempio «Inizia come parrucchiera, diventa biologa» oppure «Inizia come impiegata di commercio, diventa capo marketing». Il pubblico capisce cosa si intende?
Penso proprio di sì. Lo slogan, accompagnato da immagini di grande effetto, trasmette in modo semplice e chiaro due concetti: «dopo un tirocinio si può scegliere qualsiasi percorso» e «chi ne ha le potenzialità può e deve poter continuare».
Quali sono state finora le reazioni alla campagna?
Quasi tutte positive. La campagna suscita interesse: molte organizzazioni del mondo del lavoro ci chiedono come integrarla nelle loro attività di comunicazione oppure ordinano i manifesti. È un buon risultato.
La campagne
La campagna
FORMAZIONEPROFESSIONALEPLUS.CH, la campagna ufficiale per la formazione professionale svizzera, è stata lanciata nel 2007 da Confederazione, Cantoni e organizzazioni del mondo del lavoro. Il suo obiettivo è far conoscere i punti di forza della formazione professionale e mettere in risalto la sua importanza a livello economico e sociale. Nell’agosto 2015 la campagna è stata lanciata in una nuova veste.

Josef Widmer
Josef Widmer (1958) è direttore supplente della Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione SEFRI e capo dell’ambito di direzione «Formazione professionale ed educazione generale» dal gennaio del 2013. In precedenza ha diretto il Servizio per la formazione professionale e per la formazione continua del Cantone di Lucerna.