Immagine della formazione professionale
«C’è ancora grande fiducia nella formazione professionale»
La formazione professionale offre una preparazione adeguata per un mondo del lavoro che cambia sempre più rapidamente? L’Università di Berna lo ha chiesto ai cittadini svizzeri ottenendo risposte interessanti. Ne parliamo con il professor Stefan C. Wolter, direttore del sondaggio*.

Il mondo del lavoro cambia sempre più rapidamente. Quali sono i fattori determinanti?
La digitalizzazione, l’automazione e le nuove esigenze della società. La formazione professionale deve adattarsi a questi cambiamenti.
Vuol dire che molti lavori scompariranno e ne nasceranno di nuovi?
No. Se guardiamo al passato vediamo che raramente si verifica qualcosa del genere. Piuttosto, le professioni si evolvono adattandosi ai cambiamenti strutturali e tecnologici: dal punto di vista quantitativo cambia il numero di persone che esercitano determinati lavori mentre da quello qualitativo vengono acquisite nuove competenze. La formazione commerciale è un ottimo esempio. Si è detto tante volte che sarebbe scomparsa e che il computer avrebbe sostituito molte attività umane, invece resta la formazione più scelta in Svizzera. L’importante è aggiornare costantemente le professioni ed è quello che stiamo facendo.
Tuttavia, cinque anni dopo la fine del tirocinio la metà delle persone non svolge più la professione che ha appreso. La formazione professionale non riesce a centrare l’obiettivo?
No. La maggior parte di coloro che cambiano lavoro lo fa perché si aggiorna, ottiene una promozione e ha uno stipendio più alto. L’elevata mobilità è un fatto positivo perché la formazione professionale trasmette competenze flessibili, che possono essere valorizzate anche al di fuori del proprio ambito professionale.
Quindi la formazione professionale fornisce una preparazione adeguata ai cambiamenti del mercato del lavoro. Lei ha analizzato in che misura i cittadini svizzeri condividono questa valutazione. Perché è importante saperlo?
Se le persone non credono più che la formazione professionale sia la scelta giusta per il futuro diranno ai loro figli di fare un’altra scelta. E questo aumenta la pressione sulle scuole medie superiori. Inoltre, con il loro voto i cittadini influenzano le decisioni in materia di politica formativa. Il nostro sondaggio fornisce informazioni utili alla politica e all’amministrazione. Per questo abbiamo intervistato esclusivamente le persone con passaporto svizzero.
Il 70% degli intervistati ritiene che la formazione professionale offra una preparazione «buona» o «molto buona». Un risultato soddisfacente?
Molto soddisfacente. Negli ultimi 13 anni abbiamo svolto 5 sondaggi constatando che c’è ancora grande fiducia nella formazione professionale. Negli Anni Novanta durante la crisi dei posti di tirocinio il risultato sarebbe stato diverso.
Il 78% ritiene che la formazione professionale offra una preparazione migliore o equivalente rispetto alla formazione generale (scuole medie superiori/università). La stupisce?
Sì e no. Persino i genitori che hanno studiato all’università si rendono conto che con un titolo della formazione professionale si guadagna bene e in media danno un voto più alto alla formazione professionale che a quella generale. Tuttavia, preferiscono mandare i loro figli al liceo perché il percorso universitario gode di una migliore reputazione a livello sociale.
Come si spiega?
Chi consegue una laurea viene ritenuto intelligente perché porta a termine una formazione di lunga durata. La formazione professionale invece viene associata al lavoro fisico, nonostante vi siano molte professioni d’ufficio. Più un mestiere viene associato all’idea di fisicità e di routine, peggiore è la sua reputazione sul piano sociale. Inoltre, molte persone pensano che un titolo universitario garantisca un lavoro ben retribuito. Tuttavia l’88% dei laureati non accede mai a posizioni manageriali.
I dati sono stati raccolti a novembre 2019 e a giugno 2020. Nel mezzo c’è stata la crisi del coronavirus. La percezione della formazione professionale è cambiata?
Quasi per niente. Abbiamo riscontrato un unico cambiamento interessante: per quanto riguarda la preparazione alla svolta digitale, la valutazione della Svizzera francese è oggi molto più positiva, persino migliore di quella della Svizzera tedesca. Prima del coronavirus su questo punto non c’erano differenze tra le regioni del Paese.
Come se lo spiega?
Posso solo fare delle ipotesi. Potrebbe essere dovuto al fatto che – soprattutto nella Svizzera francese – le scuole professionali hanno gestito la didattica a distanza molto meglio delle scuole medie superiori.
*) Stefan C. Wolter dirige il Centro svizzero di coordinamento della ricerca educativa (CSRE) e il Centro di ricerca per l’economia della formazione dell’Università di Berna
Sondaggio
«Come valuta la capacità della formazione professionale svizzera (tirocinio, formazione professionale superiore e scuole universitarie professionali) di preparare in maniera adeguata i giovani a un mondo del lavoro che cambia sempre più rapidamente?» L’Università di Berna ha posto questa domanda a un campione di 6000 cittadini svizzeri. Potete trovare l’articolo (in tedesco) nella rivista online «Panorama»: www.panorama.ch/zeitschrift